La fortuna di Nikuko: inno alla libertà
La fortuna di Nikuko è l’ultimo film di Ayumu Watanabe, regista de I figli del mare e Space Brothers. La pellicola arriverà nei cinema italiani solo il 16, 17 e 18 maggio, ed è un appuntamento davvero da non perdere.
Perché il film ci proietta fin dal primo secondo all’interno della vita di due personaggi destinati a rimanerci nel cuore: Nikuko, madre caotica e sconclusionata, e Kikuko, ragazzina undicenne assennata e con la testa sulle spalle.
Una coppia agli antipodi, che cerca di trovare un equilibrio nella vita, tra le difficoltà economiche e i problemi di tutti i giorni.
Nikuko è una donna di 38 anni, che per citare sua figlia “è ridotta a pezzi”: quasi tutti gli uomini di cui si è innamorata l’hanno usata per il suo denaro, abbandonandola con debiti e un cuore infranto. Lei e la piccola Kikuko si sono di volta in volta spostate per ricominciare da capo in una nuova città, sempre al verde, con una vita costantemente in bilico. Ma Nikuko non si arrende mai, e fa del suo meglio per crescere la bimba, o almeno ci prova. È dolce, affettuosa, super energica e sempre positiva; ma è anche sbadata, inaffidabile, e incapace di inserirsi nella società. Le due vivono in una piccola barca ormeggiata al molo, prestito di un signore molto gentile.
Tra bellissimi paesaggi naturali e piccoli animaletti che popolano le giornate di Kikuko, ci ambientiamo nella vita monotona della ragazzina. Liti con le compagne di classe, nuovi amici, festival estivi, e qualche figura imbarazzante quando sua madre non riesce a controllare la sua personalità esuberante in pubblico.
In un primo momento, la spensieratezza di Nikuko fa quasi rabbia; perché è anche a causa del suo comportamento irresponsabile che Kikuko non può permettersi di vivere l’infanzia con serenità. Le preoccupazioni sul suo futuro, su cosa ne sarà di lei, la rendono molto matura per la sua età. Cucina piatti pronti quando la madre dorme, fa la spesa per assicurarsi che in casa non manchi nulla, e si sforza di non sembrare infelice per non rattristare Nikuko.
Ma il film ci porta piano piano a capire meglio questa piccola famiglia, e i segreti che Nikuko nasconde. Una donna più complessa di quanto si pensi, che tiene davvero a sua figlia.
Kikuko arriva a fare pace con il passato, ma soprattutto impara a smettere di considerarsi come un peso, una presenza indesiderata. La vita le ha destinato un sentiero difficile, ma non deve percorrerlo per forza da sola, perché ha tante persone che la amano intorno a lei. Persone forse un po’ strambe, particolari, ma non meno affettuose. E soprattutto, come capisce Kikuko alla fine della storia, dopotutto è parecchio stramba anche lei, e va bene così.
COFONDATRICE e ART DIRECTOR – Laureata in Design della Comunicazione presso il Politecnico di Milano, 3D artist e regista di animazione. Ha lavorato come 3D modeler e texture artist presso diversi studi di animazione e videogiochi, tra cui Studio Bozzetto e Forge Reply. Ha diretto e realizzato il cortometraggio in CGI “Solo un salto”, prodotto da Rai Ragazzi e Anica. Ama trasmettere la sua passione per questo lavoro, e per questo gestisce un canale Youtube di tutorial sull’argomento. Si interessa di animazione in tutte le sue forme, dalla stop-motion all’animazione tradizionale alla CGI.
Citazione preferita: «Chiunque può cucinare» (Ratatouille)
Portfolio: https://www.artstation.com/dory_animation