Camillo Clauser è uno story artist, filmmaker e content creator. Dopo essersi laureato in animazione allo Sheridan College, ha lavorato come storyboard revisionist a Carmen Sandiego (disponibile su Netflix), per poi essere promosso storyboard artist. Si è trasferito a New York per svolgere l’apprendistato ai Blue Sky Studios durante la produzione di Spies in Disguised. Al suo ritorno in Canada, ha iniziato a collaborare con numerosi studi, occupandosi di diversi programmi TV e film.
Parlaci di come è nata la tua passione per l’animazione!
Che io ricordi ho sempre avuto una grande passione per il cinema d’animazione. Ricordo che da piccolo (parliamo del periodo scuole elementari) mio papà tornava dai congressi negli Stati Uniti e mi portava questi libri d’animazione che al tempo erano introvabili in Italia. Io ovviamente non parlavo inglese e quindi guardavo le figure o mi mettevo a tradurre delle pagine guardando parola per parola nel dizionario. Ho anche avuto due fasi della mia infanzia: la prima in cui volevo lavorare per Disney, la seconda in cui volevo aprire uno studio che avrebbe fatto concorrenza a Disney. Un piccolo megalomane direi.
Poi però, i miei genitori insistettero che andassi a un liceo classico o scientifico, e mi vietarono l’artistico. Negli anni che seguirono, tra compiti e pallacanestro, smisi di disegnare completamente. La passione si riaccese dopo il liceo e dopo tre mesi ad Economia e Commercio, ma a quel punto non sapevo disegnare neanche un cerchio!
Raccontaci in cosa consiste il tuo lavoro. Quali sono i tuoi compiti?
Quando cerco di spiegare cosa faccio, mi piace dire che noi disegniamo le planimetrie su cui gli altri costruiscono il palazzo. Credo renda bene l’idea. Lo storyboard artist lavora con il regista e l’head of story (o story supervisor in tv) per tradurre la sceneggiatura in storyboard e questi ultimi hanno tutte le informazioni necessarie al resto della produzione: inquadrature, recitazione e spesso anche sfondi abbozzati.
Quali software utilizzi nel tuo lavoro?
Dipende dalla produzione ovviamente. In televisione si usa molto ToonBoom Storyboard Pro, mentre nei lungometraggi é molto più comune usare Photoshop per disegnare e Adobe Bridge per presentare. Questo in linea generale, per esempio a Blue Sky invece di Adobe Bridge usavamo Flix. E in alcune produzioni televisive animate al computer usiamo anche Autodesk Maya per creare le inquadrature con gli stessi set 3D che poi saranno usati in produzione. Infinite combinazioni di software insomma, dipende sempre dalla preferenza che uno studio o cliente ha.
Hai lavorato anche a grandi produzioni come Carmen Sandiego, disponibile su Netflix! Come è stato lavorare a una produzione così importante? Di cosa ti sei occupato?
Carmen è stato il mio primo lavoro dopo la laurea ed ha quindi un posto speciale nei miei ricordi. Wildbrain Studios (al tempo conosciuta come DHX Studios) mi ha reclutato il giorno stesso in cui mi sono laureato. I registi Kenny e Jos erano bravissimi a farci sentire tutti parte fondamentale del progetto. Ho cominciato come storyboard revisionist sulla prima stagione, che é colui che ridisegna gli storyboard basandosi sulle richieste del regista e del cliente. Sono poi stato promosso a storyboard artist nella seconda stagione, prima di dover lasciare Vancouver e Wildbrain Studios per iniziare l’apprendistato a Blue Sky, a New York. Mi dispiaceva andarmene, specie perché l’alchimia dello story team in quel progetto è stata qualcosa che ho scoperto poi essere molto rara. Ci divertivamo molto, condividendo una stanza, ridendo, scherzando e pranzando insieme almeno una volta a settimana.
A quali artisti ti ispiri maggiormente?
Ci sono una varietà di artisti, anche se non credo abbiano mai avuto un’ influenza diretta nel mio stile. Nel campo artistico ho sempre avuto una passione per Edgard Schiele. Tra i registi direi che il mio preferito è Martin Scorsese. Sarebbe un sogno incontrarlo. Ovviamente é raro poter includere il suo gusto per la narrativa nelle serie animate a cui lavoro, ma rimane un maestro assoluto della narrazione visiva per me. Poi ovviamente ci sono gli storyartist come Oliver Thomas, i cui storyboard sono praticamente animati, Ian Abando per la cinematografia e la qualità dei suoi disegni e Norman Lamay per la semplicità della sua linea.
Quali sono i tuoi progetti futuri?
Attualmente sto lavorando per una serie di
Nickelodeon qui a Toronto e ad un film in sviluppo a
Cinesite Montreal. Nel poco tempo libero che ho sto cercando di portare avanti un canale youtube,
The Storyteller Chronicles, in cui cerco di parlare non solo dell’aspetto artistico di essere un visual storyteller ma anche del lato lavorativo/professionale. E sto anche cercando di sviluppare un’idea per
una serie tv in collaborazione con mia moglie Alessandra. Purtroppo ho sempre mille idee per mille progetti, ma sempre poco tempo libero. Un problema che so è comune a molti.
COFONDATRICE e ART DIRECTOR – Laureata in Design della Comunicazione presso il Politecnico di Milano, 3D artist e regista di animazione. Ha lavorato come 3D modeler e texture artist presso diversi studi di animazione e videogiochi, tra cui Studio Bozzetto e Forge Reply. Ha diretto e realizzato il cortometraggio in CGI “Solo un salto”, prodotto da Rai Ragazzi e Anica. Ama trasmettere la sua passione per questo lavoro, e per questo gestisce un canale Youtube di tutorial sull’argomento. Si interessa di animazione in tutte le sue forme, dalla stop-motion all’animazione tradizionale alla CGI.
Citazione preferita: «Chiunque può cucinare» (Ratatouille)
Portfolio: https://www.artstation.com/dory_animation