Boxtrolls, le scatole magiche – Recensione
Erano gli anni ’90 quando nasceva nell’Oregon una piccola casa di produzione cinematografica destinata a cambiare il volto dell’animazione in stop-motion. Si trattava della Will Vinton Studios che da lì a vent’anni anni avrebbe realizzato, sotto un nuovo marchio (Laika Entertainment) e dopo un drastico cambio di gestione (da Will Vinton a Travis Knight, figlio del noto fondatore della Nike, Philip Knight), tre dei più conosciuti lungometraggi animati degli ultimi tempi: Coraline, ParaNorman e Boxtrolls.
Dei primi due non occorrerebbe neppure parlare. Coraline è il capolavoro che ha portato all’attenzione di tutti le capacità della casa di produzione che poteva al tempo contare su un nome come Henry Selick, già regista di The Nightmare Before Christmas e James e la Pesca Gigante. ParaNorman non ha fatto che confermare la fiducia ben riposta nel gruppo di Knight, con un lavoro firmato (dopo l’abbandono di Selick) da Sam Fell e Chris Butler, e candidato come miglior film d’animazione agli Oscar 2013.
Boxtrolls è quindi l’ultimo prodotto di un lungo percorso che ha portato la Laika a sedersi allo stesso tavolo con le hollywoodiane produzioni di Burton da una parte e le britanniche animazioni della Aardman dall’altra (Galline in fuga, Wallace & Gromit). Il film, per la regia di Graham Annable e Anthony Stacchi, racconta la storia di MonteCacio, cittadina inquieta da tempo segnata dall’odio profondo dei suoi abitanti per i cosiddetti “boxtrolls”, creature rozze e primitive che abitano il sottosuolo nascondendosi dentro scatole di cartone.
Si tratta dell’ennesima conferma della linea scelta dalla Laika per un’animazione fluida e dinamica che non strizza l’occhio alla Cgi e non punta nemmeno a un’accentuazione marcata della plasticità dei personaggi. Un’animazione semplice e leggera, fortemente legata alla stilizzazione caricaturale dei personaggi e alle atmosfere fumose e un po’ spettrali che tanto si sposano con la stop-motion.
Il risultato è certamente impeccabile dal punto di vista tecnico, eppure manca di quello che era invece per gli atri due lavori un vero punto di forza: la storia. Tanto avvincenti e perfettamente costruite le trame di Coraline e ParaNorman, tanto sfuggente e a tratti incongruente quella di Boxtrolls, mortificata da notevoli cadute di ritmo e povertà di dialoghi. A questo si deve forse lo scarso risultato al botteghino americano che sembra aver trascinato con sé il disinteresse europeo per un’animazione che avrebbe potuto dare di più. Ma non disperiamoci, sono diversi i progetti in cantiere per la casa di produzione di Knight e non c’è da dubitare che la Laika continuerà a stupirci anche in futuro.
FONDATRICE e DIRETTRICE – Laureata in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Milano, ama le storie più di ogni altra cosa. Si occupa di letteratura, editoria e cinema d’animazione. Tra i suoi film preferiti “Coraline”, “Mulan” e “Meet the Robinsons”.
Citazione preferita: «Around here, however, we don’t look backwards for very long. We keep moving forward, opening up new doors and doing new things, because we’re curious… and curiosity keeps leading us down new paths». (Walt Disney)