Saitama Vs Suiryu: le arti marziali negli anime e in One-Punch Man
Il torneo di arti marziali è un classico degli anime, ma cosa ne pensa di tutto questo Saitama?
Spesso negli anime o nei manga si possono trovare dei motivi ricorrenti, che sono diventati il fulcro di molte opere di successo: un protagonista bonario e mangione (come Goku in Dragon Ball o Luffy in One Piece); la presenza di almeno una tsundere, ovvero una ragazza con un lato dolce e sensibile nascosto, che diventa fisicamente e verbalmente violenta contro l’amico o l’amato (come Asuka in Neon Genesis Evangelion o Naru Narusegawa in Love Hina); il ruolo fondamentale dell’amicizia, che risulta l’arma vincente in moltissime situazioni.
Ne stiamo dimenticando qualcuno? Certamente, ma ce n’è solo un altro su cui ci soffermeremo: il classico torneo di arti marziali. Se crei un anime o un manga senza una competizione così, allora non sei nessuno!
Il torneo di arti marziali in manga e anime di successo
Dragon Ball ha utilizzato questo topos per far scontrare più volte i protagonisti, in tutte le sue varie declinazioni, dalla primissima serie fino a Dragon Ball Super, e proprio nell’ultima ha messo in scena il torneo definitivo da cui dipendeva la salvezza dell’intero universo! Anche altri anime/manga famosissimi presentano delle gare di questo tipo: My Hero Academia, Naruto, Saint Seiya, Fairy Tail, One Piece e molti altri ancora. Questo espediente narrativo è molto diffuso perché è il pretesto perfetto per far scontrare dei personaggi, oppure per dare ritmo o una svolta alla trama – e a volte anche per fare del puro fan service, diciamocelo.
In questi archi narrativi, in genere, il personaggio principale e i suoi amici competono – individualmente o come squadra – contro altri partecipanti o contro il cattivo principale e i suoi seguaci. Come motivazione degli scontri spesso c’è un fine superiore, oppure un premio funzionale alla trama principale, che può essere un oggetto reale o un titolo che aumenta il prestigio del protagonista nel suo mondo.
Ma perché proprio il torneo e non un’altra tipologia di gara? Perché è il modo più semplice e comune per determinare chi è il migliore in una certa disciplina fisica o mentale, e non riguarda solo le arti marziali: può interessare uno sport, la magia o addirittura i giochi di carte (come in Yu-Gi-Oh!). È un tipo di competizione che sta bene su tutto, come il nero nel campo della moda o l’avocado in cucina (n.d.r. mi prendo piena responsabilità del paragone culinario e vi sfido a trovare un ingrediente più versatile).
Nonostante si possano organizzare tornei in ogni ambito, si tratta di eventi che nell’immaginario collettivo vengono spesso associati alle arti marziali o ai combattimenti, poiché negli anime di azione e/o avventura sono i momenti più popolari e amati dai fan, e dunque contribuiscono a definire il successo o la qualità dell’opera.
Le arti marziali in One-Punch Man: il Super Fight
ATTENZIONE: Contiene spoiler sulla seconda stagione dell’anime, se non siete in pari leggete a vostro rischio e pericolo!
Poteva One-Punch Man, manga e anime del momento, non trattare di arti marziali? Assolutamente no! Nel naturale evolversi della trama, che esamina i vari stereotipi del genere supereroistico, si è passati da qualche punto di contatto a un arco interamente dedicato alle discipline dedicate alla lotta: dalla comparsa della figura di Bang, uno degli eroi più forti nonché maestro supremo dello stile del “pugno dell’acqua che frantuma la roccia”, a un improvviso e ossessivo interesse da parte di Saitama per le arti marziali, la scoperta che Garou, il cacciatore di eroi, si affida a questa disciplina per sconfiggere gli avversari.
A questo punto avviene una svolta inaspettata: piuttosto che cercare lo stesso Garou, Saitama decide di approfondire le sue conoscenze sulle arti marziali, con la speranza di trovare un degno avversario, dopo aver sconfitto con un solo pugno tantissimi nemici, ma senza trarne alcuna gioia. Travestendosi da Charanko, un allievo di Bang ferito gravemente dal cacciatore di eroi, Saitama partecipa a un torneo locale di arti marziali chiamato Superfight, per capire in prima persona che sia questo tipo di disciplina.
Il nostro eroe, come prevedibile, non fa fatica ad avanzare nel torneo, continuando a sconfiggere tutti i suoi avversari con un colpo solo – non sempre con l’intenzione di mandarli al tappeto –, fatto che lo scoraggia parecchio. Anche Genos, amico e allievo, intuisce che il suo maestro non troverà un avversario davvero stimolante nemmeno in questa competizione, predizione che si confermerà azzeccata anche nel round finale del Superfight.
Il nostro eroe dovrà vedersela con Suiryu, una superstar nel suo ambito e già vincitore di alcune precedenti edizioni del torneo, che ha sconfitto tutti i suoi opponenti in un colpo solo e con estrema facilità: questo atleta ha osservato in disparte tutti i match di Saitama, in cerca anche lui di un rivale alla sua altezza.
All’inizio dello scontro finale Saitama è completamente impassibile di fronte agli attacchi iniziali di Suiryu, che dichiara di dedicarsi alle arti marziali perché “essere forti è divertente” ed è il mezzo per ottenere il massimo del piacere dalla vita. Dopo aver riflettuto su questa considerazione, il nostro eroe dà una risposta spiazzante: per lui questo tipo di discipline servono solo a fare delle mosse fighe, niente di più.
ONE, l’autore dell’opera, fa sapere tramite il suo personaggio cosa ne pensa delle arti marziali e dei relativi tornei: che ormai si tratta solo di un esercizio di stile fine a sé stesso, una performance estetica per appagare i gusti dello spettatore, niente di più. Il topos del torneo viene svuotato del suo valore, perché non c’è un premio o un fine superiore, resta solo l’intrattenimento puro e nulla più.
L’arte marziale viene banalizzata, poiché “le mosse fighe” diventano spettacolo fine a se stesso, se dietro non hanno una filosofia o una forte motivazione. Magari finiscono con l’intrattenere gli spettatori o chi partecipa al torneo per qualche istante, ma poi non lasciano traccia nelle persone, finendo per diventare qualcosa di effimero.
Attraverso il match Saitama Vs Suiryu forse viene fatta una critica velata all’abuso di questo espediente narrativo, molto comune in anime e manga: da decenni siamo abituati a queste situazioni, come se fosse inevitabile che tutti i protagonisti, ma proprio tutti, debbano affrontare un torneo a eliminazione prima o poi, solo per provare il loro valore al mondo o per ottenere quello che vogliono.
Sembra quasi che alcuni autori, quando non sanno più cosa inventarsi, usino il torneo come fosse un deus-ex-machina per ravvivare la propria opera, che magari è arrivata a un punto di stagnazione. In questo caso cosa succede? Si fa leva sull’estrema spettacolarizzazione delle vicende, dando al lettore quello che vuole: mazzate a volontà e anche fan service! Purtroppo non tutti riescono a dare anche un valore aggiunto agli scontri, che è quello davvero coinvolge chi assiste dagli spalti (o dallo schermo del proprio PC).
Ecco un esempio pratico che riguarda Dragon Ball, utile a capire meglio la questione: perché l’incontro tra Goku e Freezer ha segnato la cultura Pop, mentre quello tra il sayan e Giran (un mostro mezzo uomo, mezzo drago) non se lo ricorda nessuno? Perché il primo è stato il culmine emotivo di un’intera saga, che portava a compimento una profezia millenaria e liberava l’intera galassia dalla presenza di un tiranno interplanetario; inoltre Goku coglie l’occasione per vendicare tutta la razza Sayan e i suoi amici caduti per mano del nemico.
E Goku vs Giran? Era solo combattimento – di cui si ricorderanno pochi esperti – che doveva fare da riempitivo, in attesa della vera sfida finale di quell’edizione del Torneo Tenkaichi: lo scontro contro il Genio della Tartaruga, travestito da Jackie Chan. Esempi così se ne potrebbero fare a bizzeffe, di lotte che non lasciano traccia e poi vengono con il tempo dimenticate, d’altronde se un anime o un manga si basa sull’azione, diventa anche impossibile ricordare ogni singolo colpo sferrato da un protagonista.
Saitama Vs Suiryu: come finisce?
Ma torniamo alla lotta Saitama Vs Suiryu, che è il pretesto con cui One affronta il tema delle arti marziali.
Il pluricampione si scatena, ma nonostante tutti i suoi colpi vadano a segno, non riesce a scalfire il finto Charanko: l’unico effetto che ottiene è quello di smascherarlo involontariamente, rivelando la parrucca che indossa. A questo punto Saitama è squalificato per un cavillo, poiché indossare un copricapo è vietato dal regolamento, e la vittoria viene assegnata dai giudici a Suiryu, che però ha ancora intenzione di combattere e attacca il supereroe con tutta la sua potenza. A questo punto il supereroe dichiara di voler provare anche lui a fare delle mosse fighe, ma mentre sta girando su stesso, colpisce accidentalmente con le natiche Suiryu, scaraventandolo fuori dal ring.
È un momento veramente assurdo e insolito: dopo una serie di combo pazzesche, il campione in carica viene messo K.O. con un colpo ridicolo, mentre Saitama si ritrova sul ring in biancheria intima con le braghe calate, poiché la cintura gli è stata strappata da Suiryu poco prima che volasse via. Un finale “imbarazzante”, che non premia il nostro eroe, né mette in rilievo alcuna sua dote.
Qui si può vedere uno dei motivi che ha reso One-Punch Man così popolare in tutto il mondo: la sua divertente sovversione dei luoghi comuni negli anime/manga, attraverso un protagonista straordinariamente potente ma atipico, che non si prende troppo sul serio. Nessuna “mossa figa” finale, né epica, solo un gesto frutto della casualità, che risulta essere incredibilmente ridicolo e devastante.
Nonostante le ottime animazioni – soprattutto nella prima stagione dell’anime –, le sottotrame avvincenti e dei personaggi unici, il maggior punto di forza di One-Punch Man rimane sempre lo stesso: la satira pungente con cui decostruisce e ricostruisce i canoni del genere supereroistico, o i generale di tutte quelle serie animate che ruotano attorno ai combattimenti e all’avventura.
Saitama – o meglio l’autore ONE – non risparmia nessuno, e ce lo dimostra ancora una volta attraverso il match di Saitama Vs Suiryu.
Redattore – Laureato in Lettere presso l’Università Cattolica di Milano, vive seguendo le sue passioni: la scrittura e la lettura. Per la verità sono diventate anche il suo mestiere, dato che fa il copywriter e il content editor. È anche parecchio nerd!
Citazione preferita: «Human beings are strong because we have the ability to change ourselves.» (One-Punch Man)