La vera storia dietro Kubo e la spada magica: incontro con l’ideatore Shannon Tindle
Tra i tanti ospiti presenti alla 18esima edizione della View Conference c’era anche Shannon Tindle, autore del recente Kubo e la spada magica, film targato Laika Entertainment che ha collezionato ben due nomination agli Oscar e ha portato a casa il BAFTA come miglior film d’animazione.
Tindle, che tra i tanti progetti a cui ha collaborato può vantare anche lungometraggi come Coraline e la porta magica, I Croods e Emoji – Accendi le emozioni, ha tenuto una conferenza dal titolo “Our Stories”, volta a riflettere sull’importanza di inserire la propria esperienza personale e i propri ricordi nelle storie che si decide di raccontare, analizzando come questo possa aiutare a creare dei racconti universali che trascendano le differenze culturali, di genere o di età.
Ripercorrendo alcuni esempi cinematografici, Tindle ha mostrato tentativi più o meno riusciti di coinvolgere il pubblico con scene drammatiche o commoventi pensate per trasmettere allo spettatore un’emozione. Partendo da una scena di ricongiungimento familiare in Man of Steel, che non arriva al cuore dello spettatore perché fredda, calcolata e stereotipata, Tindle ha poi mostrato alcuni capolavori, tra cui E.T. l’extra-terrestre di Steven Spielberg o Kramer contro Kramer di Robert Benton. In queste opere senza tempo il coinvolgimento emotivo è inevitabile, ed è dato dal fatto che entrambi i registi hanno inserito il loro vissuto personale nella storia, per arricchirla e renderla reale. Per questo nelle parole dei protagonisti e nei loro gesti si avverte un realismo che ci permette di empatizzare con la storia e di rivedere noi stessi nei personaggi.
Kubo e la spada magica nasce proprio così: dal desiderio di raccontare più storie, tutte diverse ma per certi versi simili, che sono confluite in un’unica animazione indimenticabile e commovente.
Il film è dedicato a Meg, la moglie di Tindle, dalla cui storia personale deriva parte della trama di Kubo. La donna per diversi anni si è presa cura di sua madre, affetta da demenza senile, assistendola nella malattia. Questa donna, sempre solare nonostante i problemi di salute, ha ispirato il personaggio di Sariatu, la madre di Kubo. Il difficile rapporto tra madre e figlia si ritrova nell’incipit del film. Nella prima scena vediamo Sariatu difendere il figlio fin quasi a perdere la vita, fuggendo da chi vuole fargli del male; a causa delle ferite, però, la donna non è più autosufficiente, e suo figlio si occupa di lei, con piccoli intimi gesti che chi ha vissuto questo tipo di esperienza conosce bene. Ma anche la storia personale di Tindle è entrata a far parte del racconto. Per gli occhi di Sariatu, infatti, ha scelto di ricreare lo stesso colore di quelli di sua madre.
Quanto all’ambientazione del film, Tindle si è ispirato a Kwaidan, una raccolta di racconti giapponesi sui fantasmi, che contiene anche un breve studio sugli insetti (anche questo dettaglio è entrato a far parte del film, nel personaggio di Scarabeo). Ma l’autore ha preferito non limitarsi a una resa superficiale della cultura giapponese. Per raccontare al meglio le tradizioni del luogo, ha intrapreso un viaggio in Giappone con alcuni suoi amici nativi del posto (uno dei quali di nome Kubo), alla ricerca di usi, costumi e aneddoti reali da poter inserire nel film.
Una piccola curiosità: è stato lo stesso Tindle a disegnare e animare una bozza dei primi tre minuti del film, nei quali Kubo racconta l’inizio della sua avventura. Questa scena, il cuore dell’intero film, non è mai cambiata in fase di lavorazione.
«Qualunque sia il progetto al quale state lavorando, condividete le vostre storie» è il consiglio che ha lasciato Tindle al termine della talk: le nostre memorie significative devono entrare a far parte di ciò che raccontiamo, e per creare delle buone storie è necessario guardare dentro di noi e, soprattutto, divertirsi. Le storie senza tempo nascono in questo modo, riuscendo ad unire i nostri ricordi alla nostra immaginazione. Sicuramente Kubo e la spada magica non potrà che continuare ad emozionare per sempre gli spettatori.
COFONDATRICE e ART DIRECTOR – Laureata in Design della Comunicazione presso il Politecnico di Milano, 3D artist e regista di animazione. Ha lavorato come 3D modeler e texture artist presso diversi studi di animazione e videogiochi, tra cui Studio Bozzetto e Forge Reply. Ha diretto e realizzato il cortometraggio in CGI “Solo un salto”, prodotto da Rai Ragazzi e Anica. Ama trasmettere la sua passione per questo lavoro, e per questo gestisce un canale Youtube di tutorial sull’argomento. Si interessa di animazione in tutte le sue forme, dalla stop-motion all’animazione tradizionale alla CGI.
Citazione preferita: «Chiunque può cucinare» (Ratatouille)
Portfolio: https://www.artstation.com/dory_animation