5 motivi per cui Luca è uno dei film Pixar più belli
Disponibile su DisneyPlus senza accesso vip, Luca è il nuovo film targato DisneyPixar e il primo ad essere interamente diretto da un regista italiano, Enrico Casarosa, che con la sua ricostruzione della Liguria e il suo racconto di un’estate italiana ha messo d’accordo (quasi) tutti in patria e ha suscitato curiosità per il Bel Paese nel resto del mondo. Ma cosa ha colpito così tanto di questo lungometraggio animato? Andiamo a vedere quali sono i 5 motivi per cui Luca è uno dei film Pixar più belli.
1) Saper raccontare l’Italia
Un film Pixar ambientato in Italia con protagonisti italiani piacerà sicuramente a tutti gli italiani. Niente di più facile, vero? Non proprio. La rappresentazione cinematografica dell’Italia (come, del resto, di tutte le culture occidentali ad eccezione di quella anglo-americana) è sempre stata vessata da stereotipi e banalizzazioni. Chi non ha in mente film, serie televisive o pubblicità che rappresentano gli italiani (per lo più identificati come siciliani) che parlano in dialetto, mangiano spaghetti e polpette, gesticolano per dire che la pasta è proprio “buóna, mamma miia”, imbandiscono tavolate in strada (così, a caso), fanno ballare le turiste di passaggio (sempre così, a caso), suonano il mandolino (strumento che 2 italiani su 3 non saprebbero neanche riconoscere, figuriamoci suonare), e litigano come matti? Ecco, inutile dire che un film come Luca poteva essere portatore di una quantità infinita di stereotipi, soprattutto legati a “o’ cibo, o’ sole e o’ mare”. Invece no, dopo La Luna, Casarosa si conferma un regista intelligente, delicato e poetico.
L’Italia di Luca è un’Italia pittoresca, colta nelle sue caratteristiche più originali, ma è un’Italia vera, onesta.
C’è la cultura italiana in quelli che sono i simboli del nostro paese all’estero (Roma, Pinocchio, Leonardo) ma il tutto è così perfettamente inserito nella storia che si ha modo di apprezzarli con leggerezza, senza il peso di banali ovvietà. C’è il cibo, ma il cibo vero: la focaccia ligure, le trenette al pesto, il caffè della moka, il gelato artigianale e i bar con le pubblicità dei primi gelati confezionati. C’è il mare (quello delle Cinque Terre), c’è il borgo, c’è la gente semplice (che gesticola in modo vero), c’è il sole, c’è il buon umore, ma c’è anche la fatica, il lavoro, le incomprensioni di sempre, i nemici da cui guardarsi. E poi c’è il disagio della diversità e dell’accettazione di sé che permette al film, come a tutte le grandi storie, di uscire dal particolare e diventare universale. Siamo in Liguria ma siamo un po’ ovunque.
2) Saper raccontare il diverso
La storia di Luca è una storia di amicizia tra “sfigati”. Per stessa ammissione del regista, essere un mostro marino in un mondo di umani è la metafora del disagio della diversità e della ricerca di accettazione da parte della società. «Ho voluto raccontare il mio disagio di ragazzino che si sentiva sempre diverso dagli altri ma è normale che poi ognuno abbia visto il suo disagio personale in questo film», ha spiegato Casarosa. E in effetti a molti è capitato di dare altre interpretazioni, magari legate alla discriminazione etnica, estetica o di orientamento sessuale. Ma il vero pregio di questo film non è aver raccontato il diverso, ma averlo saputo raccontare in modo vero, autentico. Nessun discorso strappalacrime sul finale, nessun proclama di pace eterna tra uomini e mostri, nessuna festa di riconciliazione con popoli del mare e della terra che si scambiano cibi di benvenuto e ballano insieme per dare inizio a una nuova era. No, niente di tutto questo (e menomale!).
In Luca il diverso emerge come nella vita reale. C’è chi lo scopre senza dargli neppure peso perché l’amicizia va oltre ogni differenza (come fa il personaggio di Giulia che nello scoprire la vera natura degli amici è prima di tutto preoccupata per la loro vita). C’è chi nel conoscere il diverso ha per la prima volta modo di riconsiderare i suoi pregiudizi (come il padre di Giulia, Massimo Marcovaldo). C’è chi si è nascosto per tutta la vita e trova la forza di rivelarsi al mondo (come le due anziane signore del paese che si scopre essere due mostri marini). C’è chi non è convinto di accettare il diverso, ma almeno lascia cadere l’aggressività (come molti abitanti di Portorosso). E poi c’è chi il diverso non lo accetterà mai, ma anche questo fa parte del vivere perché come sentenzia la nonna sul finale del film: «Alcune persone non lo accetteranno mai, ma altre sì. E sembra che lui sappia riconoscere quelle giuste».
3) Saper raccontare gli affetti
Il perno dell’intero film è l’amicizia tra i due protagonisti. Un’amicizia così vitale e sincera che sa emozionare più di quanto potrebbe fare una storia d’amore, soprattutto perché si tratta di un legame che nasce da un percorso di crescita insieme. Luca è un pesciolino timido, pauroso, e ha bisogno di qualcuno che lo tiri fuori dal suo guscio di Paguro (cognome quanto mai allusivo!), e che lo sproni a valorizzare quella sua curiosità innata troppo spesso nascosta. Alberto rappresenta per lui “l’amicizia supportiva”, quella delle persone che credono in noi e che ci lanciano verso i nostri sogni. Le persone di cui tutti vorremmo circondarci. Al contrario, Alberto è un ragazzino vivace, spericolato, che si muove nel mondo fingendo di dominarlo ma che in realtà nasconde profondissime ferite legate all’abbandono. Luca per lui rappresenta “l’amicizia fedele”, quella che c’è e non se ne andrà mai, nonostante il tempo e la distanza. È molto bello, dunque, che non si sia scelto di dare lo stesso finale a entrambi i ragazzini (magari facendo partire Alberto per Genova o lasciando Luca a Portorosso). Questa decisione ha permesso di risolvere i due personaggi perfettamente, dando a ognuno l’epilogo giusto, con la certezza che la vera amicizia è in grado di sopravvivere a tutti i cambiamenti della vita.
Ma un altro grande pregio del lungometraggio di Casarosa è quello di aver saputo raccontare anche il concetto di famiglia nella sua accezione più dolce e più inclusiva. Le famiglie all’interno di questo film non sono intese come chiusi clan di consanguinei, ma come gruppi di persone che si scelgono sulla base dell’affetto e dell’amicizia. Ecco quindi che nel finale Luca si trasferisce a Genova con Giulia e sua madre, mentre a Portorosso il signor Marcovaldo ha “adottato” Alberto e entrambi trascorrono il loro tempo con i genitori di Luca.
4) Saper fare ironia
Oltre a essere un film molto intelligente Luca è anche un film molto divertente. Ma divertente in che senso? L’ironia è una caratteristica piuttosto comune nei film Disney Pixar ma Luca va oltre e rientra tra quei prodotti che potremmo definire “film che ti fanno ridere ogni volta che li guardi”. Insomma, quelli di cui nessuna battuta ti stancherà mai, nemmeno quando le saprai a memoria. Il tutto grazie a un’ironia impeccabile studiata su più livelli.
C’è la comicità sottile e geniale del mondo sottomarino che stupisce e diverte presentandosi come una realtà simile a quella degli uomini, con attività di agricoltura (di alghe!) e pascolo (di pesciolini!). C’è la comicità fisica dei due protagonisti che si orientano in modo buffo e sconclusionato sulla terra. E ci sono una serie di gag indimenticabili come quelle con protagonisti il gatto Machiavelli o il pesciolino Giuseppe e il suo amico Enrico che un giorno è andato lontano e chissà dov’è finito, forse è morto (autoironia del regista Enrico Casarosa che ha lasciato l’Italia a vent’anni).
Ma c’è anche un altro livello di comicità che è in grado di divertire e insegnare allo stesso tempo, ed è quello legato al personaggio di Ercole Visconti. Ercole è il villain della storia, un ragazzo piuttosto grande, spaccone, sempre accompagnato da due tirapiedi che comanda a bacchetta. E’ famoso per la sua vespa rossa fiammante, per i suoi vestiti di qualità, e per essere il vincitore imbattuto della Portorosso Cup (gara alla quale non potrebbe neppure partecipare per via dell’età). Ercole è un personaggio senza dubbio divertente, lo stesso regista ha raccontato di lui: «Non volevo approfondire la sua psicologia, volevo solo due cose: che fosse cattivo e che mi facesse ridere». Ma Ercole è anche altro, rappresenta un passaggio importante della crescita di Luca, il momento in cui il ragazzo realizza che anche chi sembra bello, ricco e invidiato può essere qualcuno da cui guardarsi. Ercole è infatti un personaggio straordinariamente reale nella sua subdola ambiguità, nel suo essere odiato ma rispettato da tutti, tanto da potersi permettere soprusi di qualsiasi tipo. L’unica ad aver sempre percepito il suo «regno del terrore» è la splendida Giulia. E c’è anche un passaggio molto importante del film in cui è lo stesso Ercole che, picchiando Alberto, rivela: «Qui tutti pensano che io sia tranquillo, sempre pronto a scherzare. Ma in verità, si sbagliano…»
5) Saper sperimentare
Una delle cose che più ha colpito del film di Casarosa è che si tratta di un film nuovo nel panorama Pixar. La casa di animazione di Toy Story, nota per l’ascesa del 3D nell’animazione, ci ha da sempre abituati a universi originali, ambientazioni suggestive, character design sempre nuovi, ma con Luca si compie un passo in più.
Impossibile non notare il lavoro di sperimentazione dietro al montaggio, l’originalità di sequenze surreali (come quelle legate ai sogni dei viaggi in Vespa), il pittoricismo di alcune ambientazioni che si fonde perfettamente con il realismo tridimensionale di altri ambienti e infine, loro, i personaggi. Luca, Alberto e Giulia sono decisamente qualcosa di nuovo per la Pixar. Qualcosa di nuovo che funziona benissimo! Nati dal genio della character designer Deanna Marsigliese e dalla volontà del regista di dare vita a personaggi caricaturali seppur perfettamente tridimensionali, risentono anche dell’influenza dello Studio Ghibli e portano una ventata di novità nel mondo dell’animazione 3D che ci auguriamo possa sorprenderci anche in futuro.
FONDATRICE e DIRETTRICE – Laureata in Lettere moderne presso l’Università degli Studi di Milano, ama le storie più di ogni altra cosa. Si occupa di letteratura, editoria e cinema d’animazione. Tra i suoi film preferiti “Coraline”, “Mulan” e “Meet the Robinsons”.
Citazione preferita: «Around here, however, we don’t look backwards for very long. We keep moving forward, opening up new doors and doing new things, because we’re curious… and curiosity keeps leading us down new paths». (Walt Disney)